Progetto: “PROMOSSI IN SALUTE: conoscere per prevenire il doping fra i giovani” Finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ai sensi dell’art. 12, comma 3, della legge del 7 dicembre 2000, n. 383 – Linee di indirizzo 2013. Il Movimento Sportivo Popolare Italia (MSP Italia), nato nel 1984, è un Ente di promozione sportiva, culturale, turistica e ricreativa, di volontariato, di promozione sociale, di finalità assistenziali, di formazione, senza finalità di lucro. Lo scopo dell’associazione è quella di promuovere ed incentivare l’incremento dello scambio sociale attraverso la divulgazione del buon vivere, l’attuazione di programmi di avvio e di addestramento alla pratica motoria, l’organizzazione di manifestazioni promozionali amatoriali di natura ludico sportiva, culturale, di aggregazione sociale, di sostegno alle fasce a rischio e/o meno abbienti. Nel panorama delle azioni che l’Ente intraprende, il MSP Italia ha rivolto le attenzioni ad una delle questioni che negli ultimi tempi è salita alla ribalta delle cronache: il doping, nei suoi molteplici aspetti e come stile di vita inculcato fin da tenera età. L’idea: Fare uso di doping significa assumere sostanze che, annullando la sensazione di dolore e/o fatica, accrescendo la massa muscolare, permettono l'aumento non fisiologico delle prestazioni di un atleta, danneggiandone l'integrità psicofisica. Nonostante i gravi rischi per la salute, il ricorso a questa pratica è un fenomeno in costante crescita con il coinvolgimento sempre maggiore dei più giovani. L’Università Tor Vergata, mediante una ricerca condotta su 600 minori ha mostrato che 1/3 del campione esaminato non ha definito correttamente il doping, che il 4% ha ammesso di doparsi e circa il 40% fa uso di integratori. Più della metà ignora gli effetti nocivi alla salute che l’uso di queste sostanze causa. Un’indagine del Coni ha invece evidenziato che al 6,4% dei bambini e al 1,3% delle bambine è stato proposto l’uso di steroidi anabolizzanti. L’uso del doping non è però solo un problema di salute. E’ anche un problema di legalità, di sicurezza e sociale. E’ un problema di legalità perché una legge dello Stato (legge n. 376/2000) ha reso illegale l’uso di sostanze dopanti. E’ un problema di sicurezza poiché sovente la sua diffusione è presidiata dalla malavita. E’ un problema sociale, per i condizionamenti che la società spesso opera sull’individuo promuovendo dei valori diversi da quelli insegnati dalla società stessa; successo, lealtà, etica non sempre sono trasmessi correttamente. In base a queste considerazioni, e per una maggiore prevenzione del fenomeno, specialmente tra i più giovani, soggetti maggiormente a rischio, un gruppo di educatori, medici, atleti e dirigenti del MSP Italia vuole promuovere una campagna di sensibilizzazione e corretta informazione sul doping, rivolto ai minori di 14 anni, volendone tutelare il loro diritto al gioco e allo sport, senza che ciò possa pregiudicarne l’integrità psicofisica. Ovviamente, il Progetto, rivolto ad una popolazione di minori, accetta di buon grado anche l’apporto di chi, in età più avanzata ed adulta, voglia lasciare la propria testimonianza. Le esigenze rilevate: I fattori di rischio che predispongono a sviluppare una mentalità favorevole all’uso di sostanze dopanti sono riconducibili a quattro ambiti:
1) l’individuo (eccessivo orientamento al successo, scarsa stima di sé, forte dipendenza da rinforzi esterni, alta influenzabilità, insane abitudini di vita e alimentari, insufficiente livello di norme morali );
2) la famiglia e il gruppo dei pari (scarso supporto familiare, esempio negativo degli amici, scarso rispetto delle regole);
3) l’allenatore e il sistema sportivo (dipendenza dal successo, esempi negativi di campioni dopati, eccessiva intensità delle gare e degli allenamenti) ;
4) la società (eccessiva valorizzazione della prestazione, eccessiva pressione selettiva, influenza negativa della pubblicità, medicalizzazione della società).

Gli obiettivi perseguiti:

L’obiettivo generale è dissuadere i giovanissimi, che si avvicinano per la prima volta allo sport, dall’uso di sostanze dopanti, informandoli dei rischi e degli effetti dannosi che il doping produce nell’individuo. Per il raggiungimento di ciò è necessario lavorare su diversi aspetti:
1) medico: informare i giovani sugli aspetti negativi del doping;
2) alimentare: informare i giovani su cos’è un’alimentazione equilibrata e su quello che è da considerarsi un uso proprio o improprio degli integratori;
3) psicologico: sviluppare e potenziare le caratteristiche psicologiche e motivazionali che rendono i giovani resistenti alle pressioni sociali;
4) etico: far crescere un valido patrimonio etico, adatto a credere nella legislazione e nei regolamenti dello sport.